"Coraggio: la vita è degli uomini di buona volontà!"

Sergio Muratori

“Ho sempre desiderato essere me stesso, non qualcuno, e voglio arrivare ad essere meglio di me stesso, un giorno dei miei”

Acceglio 17 settembre 1925 – Montenidoli 19 ottobre 2012.

Sergio era parte della sua Val Maira, sulle Alpi Cozie, dove si parla ancora Occitano. E’ la più bella delle vallate che coronano la città di Cuneo, in Piemonte, e che si affacciano sulle Alpi Francesi.

1931 – FANTASIA – fin da bambino si inventava storie da raccontare ai suoi compagni. Durate il viaggio di andata e di ritorno per andare a scuola si dovevano percorrere a piedi i sentieri di montagna. La strada era lunga e Sergio aveva sempre qualche cosa di nuovo per divertire, durante il cammino.

1943 – PARTIGIANO E MONTANARO – durante la seconda guerra mondiale si è unito al gruppo di partigiani della sua vallata e con loro ha salvato tutte le centrali elettriche, che il nemico voleva distruggere, durante la sua ritirata.
Conosceva ogni angolo della sua vallata, si arrampicava sulle cime delle sue montagne ed è diventato una guida per molti. E’ stato chiamato in altre zone delle Alpi per accompagnare e aiutare durante le scalate.

1945 – MAESTRO DI VALLATA – per undici anni ha insegnato a giovani e adulti della sua vallata. Era chiamato il “Magister” perché era diventato la fonte del sapere, al quale tutti ricorrevano in caso di bisogno.

1956 – MAESTRO A GENOVA – la sua classe era per i ricchi e per i poveri. Sapeva come unire i figli dell’alta borghesia di Carignano con i bambini degli immigrati di Via Madre di Dio. Formava un gruppo di amici, unito da tanti interessi diversi.

1968 – MONTENIDOLI – è il luogo ideale dove portare i suoi allievi più bisognosi in vacanza. E’ arrivato in un primo tempo per i mesi estivi e poi, finita la scuola, si è stabilito in questa terra a portare un sostegno ai tanti che venivano da lui, in cerca di aiuto. E’ diventato la grande quercia, il “Patriarca”. Alla sua morte quella grande quercia, la più grande di Montenidoli, è caduta con lui.

POETA – durante tutta la sua vita ha riempito foglietti di versi che nascevano improvvisi dalla sua mente. Ha scritto commedie per adulti e per bambini. Articoli per un giornale. Un libro per ragazzi.

Cesare Morini

“La vita è amore”

Milano 2 marzo 1931 – Milano 17 Maggio 2013

Entusiasta della vita, ottimista, creativo, ironico, riservato. Chi lo ha conosciuto ricorderà la bellezza della persona e del cuore, la sua etica e professionalità, l’altruismo di un meneghino doc, che parlava perfettamente il dialetto ed amava cucinare personalmente i piatti della tradizione milanese, soprattutto “el risott giald”, “gli “ossbus”, i”mondeghili” e la “busecca”….

Cesare Morini era figlio di Alessandro, ingegnere e di Teresa Taccani. Un’autentica dinastia di ingegneri, perché lo era pure il nonno Adelchi. Infatti, dopo il Liceo scientifico, Cesare si laureò nel ’59 al Politecnico in Ingegneria civile. Aprì il proprio studio là dove era nato, in via Santa Cecilia, mentre dal ’62 al ’69 divenne assistente ai corsi di Insegnamento in Architettura tecnica al Politecnico…..

Il lavoro progettuale di Cesare spaziò dalle opere edili ed industriali a quelle stradali, dagli edifici per abitazione ai collaudi strutturali e ai restauri. Tra i progetti realizzati per l’industria ricordiamo l’azienda Profarmaco di Paullo, la Interzuccheri di Melzo, la Neopharmed di Bollate, otto stabilimenti per Eridania, la Kaduna Chemical in Nigeria, il cementificio Alcanar in Spagna. Per i fabbricati pubblici intervenne nell’ampliamento del Liceo Classico “Parini”, nella sistemazione di via Larga della sede comunale e modifiche al cimitero di Lambrate. In ambitoprivato il Consorzio Agrario di Milano, agenzie milanesi di Mediobanca, supermercati di Esselunga, alberghi, centri commerciali. Nel settore viario costruì parcheggi, svincoli sull’autostrada Milano-Brescia, la tangenziale di Biella, alcuni tratti dell’autostrada del Brennero. Ristrutturò l ‘istituto “Melzi” di Tradate, decine di case a Milano, la “cascina” Anna di Affori… Nei momenti liberi Cesare si dedicava all’arte, gli piaceva collezionare incisioni del Settecento Veneziano, e seguire i concerti di musica sinfonica alla Scala. Tra i suoi così numerosi impegni ha trovato anche il tempo di regalare a Montenidoli la sua cantina.

Paul Baudouin

“La ligne que je discerne en me retournant vers mon passé ne se terminera pas sur un arrêt brusque. Elle appartient déjà à l’emple faisceau que forment, à travers les siècles, les continents et les réligions et malgré la diversité des chemins suivis, ceux pour lesquels l’accroissement de leur connaissance par la culture simultanée de leur raison et de leur sensibilité a été ou sera leur véritable raison d’être et la source de leurs joies.”

Parigi 19 dicembre 1894 – Parigi 11 febbraio 1964.

Appena uscito dalla più prestigiosa scuola d’Europa, L’Ecole Polytechniquedi Parigi, è andato a combattere nell’aviazione, durante la prima guerra mondiale. Un uomo di grande cultura che nel mondo dell’arte, della scienza, della politica frequentava le persone più illuminate del suo tempo. Sempre presente ai problemi dell’Europa e del mondo, ha cercato di evitare la guerra tra la Francia e l’Italia nel 1940, con degli incontri a Roma trai quali, oltre a quello obbligato con Mussolini, c’era anche Eugenio Pacelli, suo amico da quando era Nunzio Apostolico a Parigi, e poi diventato Papa Pio XII, nel 2 marzo 1939. Chiamato al governo negli anni drammatici della seconda guerra mondiale, ha lasciato il suo lavoro nella finanza per servire la Francia. Per nove mesi ha seguito le tragiche vicende dell’invasione nazista ed è il responsabile dell’armistizio, che ha fermato la carneficina di quella guerra fratricida, al di là del fanatismo dogmatico dei nazionalismi che hanno flagellato l’Europa del Ventesimo secolo. Poiché era contrario ad ogni tipo di collaborazionismo, voluto dagli altri componenti del governo, ha dato le dimissioni e si è ritirato. Negli ultimi anni della sua vita ha pubblicato alcune sue riflessioni la cui attualità, malgrado la corsa sfrenata del nostro tempo, è davvero sorprendente. E’ il responsabile della scelta di Montenidoli fatta da Elisabetta.

Vincenzo Fagiuoli

“Coraggio: la vita è degli uomini di buona volontà!”

Verona 11 settembre 1894 – Roma 26 febbraio 1985

E’ stato una “forza della natura”, un uomo che non conosceva la paura e che ha vissuto tutti i suoi 90 anni da protagonista. Laureato in latino, storia e filosofia, era andato volontario a combattere la prima guerra mondiale per la libertà d’Italia. Capitano a 24 anni sul fronte, una pallottola gli ha portato via le quattro costole che gli proteggevano il cuore, quel cuore che per il resto della sua vita si vedeva palpitare sul suo petto nudo e che era così ricco di umanità verso il suo prossimo….

“e che la tua mano destra non sappia quello che fa le tua sinistra”…Un uomo generoso che con discrezione ha aiutato tante persone nel bisogno. Uomo di grande cultura, che scriveva in latino e greco antico, bibliofilo che si era creato una delle più preziose e ricche biblioteche d’Italia. Ha lavorato per lo Stato, senza mai voler apparire. Ha cercato di evitare la guerra tra l’Italia e la Francia, prima che l’Italia entrasse nella seconda guerra mondiale.

Durante l’ultima fase drammatica della guerra ha fatto parte della croce rossa e ha portato in Svizzera i perseguitati dal fascismo. Finita la guerra e cercato dal governo americano, che lo aveva conosciuto per la sua rettitudine, ha aiutato l’Italia a ricostruire la sua economia. E’ riuscito a evitare debiti di guerra dell’Italia verso l’Egitto e a salvare i beni italiani dei residenti. A 90 anni ci ha lasciato con gli occhiali sul Vangelo di Matteo:…”e quando ti colpiscono porgi l’altra guancia…”.

E’ in nome di Vincenzo Fagiuoli che nel mese di gennaio si celebra a Montenidoli la festa di San Vincenzo, Diacono e martire a Saragozza, Patrono dei Vignaioli.